Méditerranei
Capitolo 1: invenzioni e rappresentazioni
Mucem, J4—
Niveau 2
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From mercoledì 5 giugno 2024 to giovedì 31 dicembre 2026
Dall'antichità ai giorni nostri, la storia di un "Mediterraneo" plurale e fantasticato...
Il Mucem è l'unico museo sociale il cui progetto scientifico è interamente dedicato alle culture del Mediterraneo. In occasione del suo decimo anniversario, ci invita a scoprire la ricchezza delle sue collezioni europee e mediterranee attraverso una nuova mostra permanente. Dall'antichità greco-latina ai giorni nostri, passando per il periodo coloniale, questa mostra ci immerge nella storia dei 'Mediterranei' molteplici e fantasticati.
Esistono molti modi diversi di immaginare il Mediterraneo e non tutti possono essere presentati in un'unica mostra. "Mediterraneo" esamina il modo in cui queste immagini sono state formate e diffuse e in particolare il ruolo dei musei, scoprendo come la storia dell'arte e l'etnologia abbiano contribuito alla creazione di queste "immagini" del Mediterraneo, tutte correlate e tutte costruite.
Nei musei di belle arti, sono le civiltà del passato, in particolare quelle dell'antichità, le prime ad essere messe in mostra, creando un Mediterraneo da sogno basato sull'Odissea di Omero, sui templi greci e sui racconti di Roma e Palmira.
I musei etnografici, nati durante il periodo coloniale, erano interessati a società geograficamente o culturalmente 'lontane'. La sincerità dell'interesse scientifico e umano per l'Altro si scontra con gli interessi e le imprese delle potenze coloniali.
La distinzione tra musei di belle arti e quelli etnografici ha creato dei confini tra gli oggetti che conservano e le discipline che li studiano. Oggi, il Mucem vuole superare questi confini ed evidenziare i parallelismi e le influenze reciproche che esistono tra questi due tipi di musei. Coerentemente con questa idea, "Mediterranei" combina diversi modelli museografici storici, dalla densa esposizione dei musei di belle arti alla fine del XVIII e XIX secolo, alle diverse forme di presentazione utilizzate nel corso della storia dai musei di etnografia.
La mostra presenta quasi 300 oggetti, la metà dei quali proviene dalle collezioni del Mucem. Diverse opere d'arte contemporanea scandiscono il percorso, evocando questioni ambientali, geopolitiche e migratorie.
Nell'ambito della mostra, l'artista Théo Mercier è stato invitato a creare nuove installazioni.
Le opere sono in prestito da venti istituzioni partner: musée du Quai Branly, musée d’Orsay, musée du Louvre, bibliothèque nationale de France, médiathèque du patrimoine, Ecole des Beaux-Arts de Paris, musée château de Versailles, conseil général de Seine-Saint-Denis, musée d’archéologie nationale, musée des Beaux-Arts de Marseille, musée des Beaux-Arts de Bordeaux, musée des Beaux-Arts de Valenciennes, musée des Beaux-Arts d’Angers, musée des Beaux-Arts de Laval, musée Denys-Puech de Rodez, musée d’Art et d’Histoire de l’Isle-Adam, Université de de Lyon, bibliothèque de Genève, musée Bénaki d’Athènes.
Curatore generale:
Marie-Charlotte Calafat, Capo Curatore del Patrimonio, Capo del Dipartimento Collezioni e Risorse Documentarie del Mucem
Curatori:
Justine Bohbote, Raphaël Bories, Camille Faucourt, Enguerrand Lascols, Hélia Paukner, curatori al Mucem
Scenografo: Pascal Rodriguez
Grafico: Nicolas Journé, CL Design
Con la partecipazione di Théo Mercier, artista visivo.
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